Dare la colpa al Cervello dei problemi del Cuore

Bisognerebbe cancellare dal vocabolario due parole presenti nel titolo, colpa e problemi, perché in genere non sono affatto costruttive. E provare a sostituirle con “Responsabilità e Difficolta”. I problemi si riducono lì, statici, immancabili e irrisolvibili. Come se quella parola volesse farti arrendere ad essi, accettarli senza lavorarci, e farti dire a te stesso semplicemente "li hanno tutti, quindi ok".

Il desiderio di distinzione è caratteriale, ma in questo caso il fatto che tutti hanno problemi non rende i tuoi, Dentro di te, più grandi o piccoli. Ti dà solo una visione d'insieme, un’idea oggettiva della gravità dei tuoi. Ma se non li affronti si ingigantiscono. È quindi giusto dire cose del tipo "questo è niente in confronto a..", per aiutare l'altra persona a rendersi conto di cosa la fa stare male. Nonostante questo però, i problemi vanno comunque accettati e affrontati, qualsiasi gravità abbiano per te. Vi faccio un esempio pratico:

A Marco si rompe il cappello, e Marco piange. Per molti magari non è una cosa così grave da dover piangere, e allora gli rispondi rifilandogli le frasi sopra. Totalmente ignaro del fatto che ognuno ha una sua mentalità, visione della vita e trascorsi passati. E per questo motivo vede grave qualcosa che per un'altra persona non lo è, e sminuire i problemi degli altri non è mai una soluzione. Bisogna sempre prendere sul serio la sofferenza altrui e dare consigli costruttivi, senza far pesare il tuo trascorso su di loro.

Abbiamo quasi sempre la presunzione che i nostri problemi siano più grandi di quelli degli altri, quindi li facciamo spesso pesare quando qualcuno ha bisogno di consigli. Questa cosa non è comune a tutti (Noemi♥, i tuoi consigli mi hanno ispirato anche queste considerazioni), ed è sicuramente un modo infantile di reagire. Ma in genere, se non ti ripeti spesso che ognuno da una personale gravita ai problemi, che quindi va rispettata e capita, cadi facilmente nel confrontare i tuoi con i suoi prima di dare consigli, e in questo modo il tuo tentativo di supportare la persona non sarà funzionale.

È facile anche, quasi innervosirsi di fronte a una persona che piange per un cappello, considerando quello che hai passato e stai passando, ma bisogna sempre considerare che quel problema non è tuo, e quindi non sta a te definire se la reazione è spropositata o no. Anzi, se vuoi supportare quella persona non ti dovrebbe interessare quanto è grande o piccola la sua reazione a un suo problema, ma piuttosto dovresti provare a capire perché gli fa così male aver rotto un cappello, e aiutarlo a superare la cosa.

E anche se per te non è affatto grave, è sminuire la sua sofferenza anche dire "ne puoi comprare un altro..." perché non sai che valore avesse quel cappello per lui, e se anche lo ricomprasse uguale, magari non sarebbe la stessa cosa. E non sta a te neanche capire il perché se l'altra persona non vuole che tu lo sappia. A volte dove vorremmo mettere una pezza, scrivendo poemi, facendo paragoni, consigliando di riempire il proprio cuore con oggetti materiali, basta un abbraccio, un bacio, e un sussurro. Si può riparare, e le cuciture, come cicatrici, rendono tutto più interessante, più personale, unico e insostituibile, imparagonabile. E semmai non si potesse riparare, passerà, e dire questo non basta se non sei intenzionato ad aiutare l'altra persona a superarlo. Perciò non sminuire i problemi degli altri, non paragonali ai tuoi, non ridicolizzare chi piange per un cappello, e prenditi la responsabilità dei consigli che dai, se senti che non hanno raggiunto l'obbiettivo. Non pensare che l'altro non li abbia capiti, pensa a come gliel'hai esposti e quanto erano basati sulla tua esperienza, che lui non può capire a pieno, come tu la sua. Per questo dico, non sono colpe, sono responsabilità le conseguenze di come agisci e cosa dici. E non sono problemi, né i tuoi né quelli degli altri, sono difficoltà, perché non tutto è risolvibile, ma tutto si può accettare, con il tempo e la buona volontà. Accettare ma non arrendersi ad esso, perché quando una cosa non la puoi cambiare, e trovi la forza di accettarla per quella che è, non è più un problema, e non esiste più alcuna difficoltà. E se sai prenderti le tue responsabilità, sei già a metà strada.

 

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