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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Come un fiore che sboccia per farsi calpestare

Non vi parlerò dell’accudimento invertito come un trattato di psicologia, ve ne parlerò come una persona che lo vive da vicino. L’accudimento invertito è il genitore sempre vittima delle azioni de figlio, sempre vittima delle discussioni con quest’ultimo, qualunque argomento trattino. È il genitore che ha costante bisogno di supporto morale e psicologico, e non è ben capace di darlo a suo volta a suo figlio. È un genitore che si appoggia su suo figlio, si aggrappa, non si fida, non riconosce la sua autonomia, non lo lascia andare. È un genitore che ha costante bisogno di conferme e comprensione e non le sa dare. Un genitore che oltre a essere sempre la vittima, ha sempre ragione, non è capace di chiedere scusa e le sue parole offensive pesano meno delle tue verso di lui. È un genitore che pretende che tu capisca, non che perdoni le sue parole ma che non ti offendi nemmeno in primis, mentre lui le prende molto sul serio e si arrabbia per giorni e risponde in modo pesante a qualsiasi tuo

Strappami via la paura di amare

È da tanto che non sono più ispirata. Sono concentrata in tante cose, il più delle volte che vorrei scrivere, sento che ciò che desideravo comunicare l’ho già detto. La verità è che potrei portare cultura qui e cambiare del tutto genere, però questo blog l’ho già riempito della mia anima. Confesso che, ho scritto qui tutto ciò che avrei voluto dire alle persone giuste, confesso che non so dimostrare di persona questa mia profondità, questo è il posto dove ripongo la mia aura, in milioni di tonalità e sfumature, e permetto al mondo di notarla. Ammetto che speravo, tra le altre cose, di trovare qualcuno che si sentisse come me, che condividesse le mie ferite, qualcuno che mi capisse. E ho trovato tanti occhi indiscreti, molti pieni di amore, e non sono mai stata così felice. Non mi ero mai sentita così speciale. Volevo supportare ogni persona che legge con ogni singola parola che batto sul mio preistorico computer, e la strada è lunga ma la sto percorrendo a passo spedito con le mie gamb

Vorrei altri mille insulti da Te

Circa due anni fa ho tatuato sul polso destro il nome di un membro della mia famiglia allora in fin di vita. Il caso ha voluto che il giorno stesso che lo tatuai nella notte lei ci lasciasse. La verità è che oltre a non essere sicura al 100 per cento di toglierlo, non l’ho fatto per il motivo che si può pensare, io avevo un pessimo rapporto con lei, non ci potevamo vedere. Non riuscivamo ad andare d’accordo, ho perso il conto dei litigi pesanti che abbiamo avuto e delle volte che ci siamo mandate a quel paese. Non ero mai a casa, ero molto ribelle e libertina, ho perso tutto il tempo che avrei potuto spendere a essere parte della mia famiglia dietro a persone che ora non ricorderanno più neanche il mio nome. Quando seppi della sua malattia, non cambiò niente, non mi ha mai sfiorato il pensiero che non l’avrebbe fatta, era una guerriera, e continuai a non esserci e fottermene completamente. Poi seppi che lei era terminale e mi sentii come se ci fosse una guerra nucleare dentro di me. Le