Ricciolo domato


Quando hai i capelli ricci o mossi in genere ogni ricciolo scende diversificandosi dagli altri. E così mi sono sempre sentita io, fuori posto anche a casa mia, fino a poco tempo fa. E come molti, quando non si sentono capiti, ti arrendi alla pigrizia. La pigrizia è il modo più semplice di vivere la vita, paura di emergere, paura del confronto, paura delle "porte in faccia" si sommano in unica comodissima via, la pigrizia. Un’amica mi ha detto che la voglia di fare si può "costruire”, seppur sono ancora abbastanza inconsapevole di quello che lei volesse dire, gli ho dato il mio significato.

C’è chi è “schiavo” delle proprie aspirazioni, e per questo si pone degli obbiettivi giornalieri e vive di speranze, e c’è chi invece è schiavo della pigrizia. La pigrizia è una maschera, una scatola, una bolla di serenità falsa ed effimera. La pigrizia è lì, che ci guarda ogni volta che cadiamo, che falliamo, che ci illude con parole dolci, convincendoci che l’apatia è la strada più facile. Non è irrealistico pensarlo ma, l’apatia non è una strada, l’apatia è una scelta, appunto, una bolla. Non puoi definirla una strada se non ti porta da nessuna parte… E ogni volta che ti fermi dagli impegni, riaffiorano tutti i problemi mai risolti, i traumi mai superati, la rabbia mai sfogata. Quindi ognuno cerca dentro di sé una soluzione, spesso per non sentire, affrontare tutto questo.

Certe volte la confusione diventa una costante, si impossessa di te, ma non demordere, non ti arrendere, non ti accontentare, e non lasciare perdere perché va bene anche così. Non va bene finché non ti senti soddisfatto, e quando sei soddisfatto di ciò che fai, è più facile essere soddisfatto di ciò che sei. Siamo sempre “in fase di lavorazione” come le stagioni delle tue serie tv preferite che non escono mai. Non ci accontentiamo di ciò che siamo capaci di fare, piuttosto ci svalutiamo e demotiviamo, ho detto precedentemente che i limiti c’è li poniamo noi, ed è vero, ma invece di combatterli, a volte li dobbiamo accettare, riconoscere ed amare come parti di noi. Perché combattiamo le nostre fragilità più di ogni altro, nonostante rappresentino ciò che più realmente ci appartiene. La parte più reale e personale di noi, tutto ciò che possiamo e, per adesso, vogliamo essere. E quando non sai chi vuoi essere sei nelle parole che scrivi. Che rappresentano ciò che non riesci a dire a voce. 

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