Vorrei altri mille insulti da Te

Circa due anni fa ho tatuato sul polso destro il nome di un membro della mia famiglia allora in fin di vita. Il caso ha voluto che il giorno stesso che lo tatuai nella notte lei ci lasciasse. La verità è che oltre a non essere sicura al 100 per cento di toglierlo, non l’ho fatto per il motivo che si può pensare, io avevo un pessimo rapporto con lei, non ci potevamo vedere. Non riuscivamo ad andare d’accordo, ho perso il conto dei litigi pesanti che abbiamo avuto e delle volte che ci siamo mandate a quel paese. Non ero mai a casa, ero molto ribelle e libertina, ho perso tutto il tempo che avrei potuto spendere a essere parte della mia famiglia dietro a persone che ora non ricorderanno più neanche il mio nome. Quando seppi della sua malattia, non cambiò niente, non mi ha mai sfiorato il pensiero che non l’avrebbe fatta, era una guerriera, e continuai a non esserci e fottermene completamente. Poi seppi che lei era terminale e mi sentii come se ci fosse una guerra nucleare dentro di me. Le chiesi scusa di tutto come prima cosa, cominciai a stare la maggior parte del tempo a casa e ad assisterla, a esserci sempre anche per le serate in famiglia e fuori. Lo so che era troppo tardi, brucia ancora sotto la mia pelle come fossi fatta di lava incandescente. Lei mi perdono, io no. Ho tatuato il suo nome per segnare quel senso di colpa sulla mia pelle, e tutta quella superficialità, per ricordarmi che le persone vanno apprezzate quando le hai. Ho imparato a conoscerla quando stavo per perderla e la cosa buffa è che noi, eravamo uguali. Il fatto è che la mia non era superficialità ma bisogno di evadere, necessità di fare i miei errori e allontanarmi da un ambiente familiare vi assicuro molto difficile, ero e sono così giovane, comunque dai 18-20 in poi mi ero anche calmata e un minimo in più c’ero. Se non ci andavo d’accordo, era perché si sarei potuto essere più diplomatica, ma avevo la maturità che è normale avere a quell’età in questo frangente. Avevo bisogno di tutti quegli errori per essere in queste pagine adesso.

Quello non fu l’unico tatuaggio che feci quel giorno, tatuai anche una scritta sempre nel braccio destro, la mia filosofia di vita pensavo. Recita: “niente più bugie niente più drammi” in inglese, la mia lingua preferita, il fatto è che sono teatrale e drammatica di carattere e ci lavoro, posso migliorarmi e lo faccio, ma non voglio più rinnegare una parte del mio carattere perché non mi piace, devo accettarla e imparare a farmela piacere. Per quanto riguarda le bugie posso assicurarvi una cosa, non esiste sul pianeta una persona più sincera e diretta di me. Quando ero più piccola, mentivo per nascondere cose che semplicemente non volevo dire, per rispondere a domande cui non volevo o non ero preparata a fare. Fino a poco tempo fa era una delle cose per cui mi colpevolizzavo, ma ora ho capito che alle volte ci si sente meglio nella fantasia che si condivide per non razionalizzare socialmente la verità.

In sintesi ho bisogno di perdonarmi, e ho deciso che merito di farlo, perché so che lo meriti anche tu, qualsiasi cosa ti affligga.

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