Come un fiore che sboccia per farsi calpestare

Non vi parlerò dell’accudimento invertito come un trattato di psicologia, ve ne parlerò come una persona che lo vive da vicino. L’accudimento invertito è il genitore sempre vittima delle azioni de figlio, sempre vittima delle discussioni con quest’ultimo, qualunque argomento trattino. È il genitore che ha costante bisogno di supporto morale e psicologico, e non è ben capace di darlo a suo volta a suo figlio. È un genitore che si appoggia su suo figlio, si aggrappa, non si fida, non riconosce la sua autonomia, non lo lascia andare. È un genitore che ha costante bisogno di conferme e comprensione e non le sa dare. Un genitore che oltre a essere sempre la vittima, ha sempre ragione, non è capace di chiedere scusa e le sue parole offensive pesano meno delle tue verso di lui. È un genitore che pretende che tu capisca, non che perdoni le sue parole ma che non ti offendi nemmeno in primis, mentre lui le prende molto sul serio e si arrabbia per giorni e risponde in modo pesante a qualsiasi tuo atteggiamento a lui non gradito. È il figlio che ogni notte va a controllare nella stanza dei genitori, che abbiano le coperte tirate su, la luce e la tv spenta e che non si addormentino con la sigaretta accesa, cosa che succede. È un genitore che non fa mai complimenti al figlio, salvo che esso non glielo chieda chiaramente. È un genitore che oltre a non riconoscere i propri sbagli e giustificarsi quando glielo fai notare, ti rinfaccia i tuoi ogni volta che né ha l’occasione e non li dimentica né li perdona davvero. Rinnega e prova sdegno verso “la persona che eri”, se più irresponsabile di quella che sei diventata, senza capire che la tua era una normalissima fase adolescenziale. E anche se a te fa male ricordare e vorresti solo lasciartelo alle spalle, lei non dimentica neanche per finta, nel senso che sa che ti fa soffrire parlarne ma ad ogni modo non finge nemmeno di non ricordare, non ci prova neanche a evitare l’argomento con te e lasciarselo alle spalle. L’accudimento invertito è quando ti senti in dovere di sostenere il genitore in ogni frangete della sua vita. Quando sei tu figlio a fare la parte dell’adulto e metterci una pezza, qualunque sia il motivo di un’ipotetica discussione. Sono tutte le volte che ripete di aver fatto tutto ciò che poteva per auto convincersi, e tutta la mia vita da persona sbagliata con un genitore perfetto. È tutta la solitudine che c’è nel mezzo di un rapporto davvero stretto. E il fare di tutto finché ti conviene, come genitore, e pretendere dal figlio di comprendere cose al di sopra delle possibilità mentali che ha, in un contesto sano, data la grossa differenza di età. Ed è dire al genitore tutto questo senza mai essere capito. Quando gira tutto intorno a lui, quando tu figlio esisti in funzione di lui, e di tutto quello che ha fatto per te, e non come persona unica che può aver sofferto per tante cose che non lo riguardano. Quando tu parli di te con lui, stai parlando di lui, come se tu fossi qualcosa che ha prodotto e su cui quindi può avere potere e controllo. Quando il genitore non riesce ad accettare di non avere potere su ciò che può far stare male il figlio, e non è capace, piuttosto, di spendere parole di conforto.

L’accudimento inverso è quando il genitore è il bambino della situazione.

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