Vaffanculo numero 364
Dalla vita ho imparato che anche chi è pagato per aiutarti non lo fa per il tuo bene. Ma non voglio più piangermi addosso perché più vado avanti più vedo quanto è marcio il mondo, al contrario, voglio cominciare ad accettare la realtà. Può sembrare banale, ma il fatto che facendo del bene non ti torni del bene, facilmente o in modo inequivocabile, è abbastanza frustrante per chiunque. Sai cosa penso? Penso che il problema non sono più gli altri, sono io, che gli do questo potere su di me…
Lo vogliamo finire questo post?
No perché non voglio più perdere tempo per gente che non
spende un minuto per me. Dal mondo ho imparato che il bene fatto non è mai sprecato,
o meglio non ha senso pentirsene, è sempre positivo fare del bene se davvero lo
volevi, aldilà di come è finita. Ieri mi è stato detto che le ferite del
passato magari fanno ancora male, ma è perché io glielo permetto perché nel concreto,
non ho un singolo taglio aperto nel corpo. Ieri mi è stato dette che la solitudine
è una percezione, è più di fossilizzi più si concretizza. Ieri mi è stato detto
che il malessere è una scelta, che il fatto che ci voglia tempo a guarire anche
è una scelta. Posso mandare a Fanculo tutto per la 364esima volta e
ricominciare, e questa volta per davvero, con l’esperienza ma senza ferite, con
paure ma non traumi, con diffidenza ma non terrore, senza vedere sempre il
buono negli altri, ma neanche il male. Ogni persona al mondo non ha nulla a che
fare con me e, eventualmente, se andiamo d’accordo possiamo stare bene insieme
per un periodo, qualsiasi sia la natura della relazione, ma ieri mi è stato detto
che compagnia non vuol dire affetto, e penso proprio che sia vero.
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