Sai leggere le stelle anche quando la nebbia le abbraccia
Penserai, benvenuto nel ventunesimo secolo fatto di distrazioni e fantasie, cataclismi, alluvioni, crisi economica e calippo tour. Siamo questo, ignoranza e superficialità, emozioni volanti e flebili, paure radicate e accecanti. Siamo quella sensazione straziante di un petalo che viene strappato dall’uomo che non sa ammirare la bellezza senza corromperla o rovinarla. Siamo sempre più piccoli e ci raccontiamo storie per sembrare grandi, facciamo crescere i capelli, le unghie i muscoli, poi bruciamo i nostri sogni con un sorriso stampato in faccia. Abbiamo quel devastante vuoto allo stomaco che inghiotte tutto, così paura del silenzio misto alla solitudine, in particolare davanti allo specchio. Perché lì devi ammettere che la persona che hai di fronte è tutto ciò che possiedi, e quel che investi per aggiungere decorazioni al tuo albero della vita fisico è nulla, se il terreno su cui si appoggia non vede sole. Nessuno ti impedisce di riempire il tuo albero con stupidaggini, amicizie tossiche, battute fuori luogo. Interessi scostanti e parole poco concrete. Ma se nel farlo quel vuoto ti divora, non comprare più le decorazioni per il tuo albero. Fermati a costruirle a mano, con strumenti che hai sempre avuto. Vestilo di argomenti, passioni e conoscenza perché di questo ha fame la tua anima. E accogliendo la banalità, come quegli occhi marroni che mi guardano allo specchio, credo proprio che preferisco fallire provandoci che non provarci affatto.
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