Un punto Colorato in una foto in Bianco e Nero

Di giorno in giorno rifletti più in profondità, come se la mente volesse riprendere tutti i percorsi interrotti della vita, e accompagnarti nel concluderli all’unisono. Si tratta di errori e malintesi, passioni in involuzione, che si incontrano in un unico cammino, il passato. È una via sola, fatta di tante esperienze mai chiarite o metabolizzate, e c’è una domanda che non mi ero ancora posta. Anche se ci ho girato intorno qualche volta, Il punto focale resta sempre lì, offuscato da concetti che sul momento sembrano più risolutori. È risaputo che non è sano fare della rabbia, dell'aggressività repressa, un lato di sé ma…

Perché usiamo la rabbia per affermarci, e perché non dovremmo farlo?

Partiamo in disordine. A mio parere, c’è un motivo ben preciso per cui le mani non sono la risposta.

E sarebbe, che “se lassù esiste qualcuno o qualcosa”, che ci ha voluto in questo mondo, ci ha creati diversi dagli animali, dotati di parola, per un motivo. Per ergerci al di sopra della natura animale, e imparare a usare le parole per risolvere le rivalità. Per non lasciarci travolgere dagli istinti primordiali presenti in noi.

Fosse anche, nella visione per me più realistica, l'evoluzione a “volerci” così, ci sarà pur sempre un motivo per cui delle “scimmie” si sono sviluppate in questo modo, con la capacità di parlare.

E allora perché quando la usiamo in preda alla rabbia, spesso finiamo comunque per aggredire?

Per me, molti di noi hanno progredito questa caratteristica, se non il loro intelletto, allontanandosi drasticamente dalle loro origini. Voglio dire, si parla tanto di mantenere il controllo, come se fosse qualcosa di disumano perderlo. In realtà, però gli istinti animaleschi sono radicati in tutta la razza umana. C’è chi li vive come se non gli appartenessero, avendo un controllo innato, e c’è chi, come me, deve imparare nell'arco della vita a controllarsi.

Per questa ragione penso che abbiamo sviluppato questa facoltà in molti modi controversi, ad esempio allontanandoci sempre di più dalla comprensione degli animali, così vicini a noi, e spesso dotati di un’umanità che certi possono solo immaginare. Infatti, a rifletterci, vari animali non si possono paragonare agli esseri umani, perché loro non sono contorti, non sono falsi, non hanno secondi fini…loro amano perché lo fanno e basta. Attaccano per lo più se motivati. Proteggono davvero, nelle loro possibilità, e non hanno bisogno di domandarsi chi sei, come sei o perché sei così per volerti bene.

Certo ho esperienza grosso modo solo con i cani, ma penso che non pochi animali potrebbero essere amici degli esseri umani se venissero rispettati. E non intendo dire che potrebbero diventare animali da compagnia, e neanche che potrebbero adattarsi alla vita in cattività. Quel che desidero chiarire è che se rispettassimo di più il nostro pianeta, e di conseguenza il loro habitat, sarebbero di sicuro meno spaventati dal contatto umano, a mia vista. 

 

Da tutte queste considerazioni ne deduco, che è il concetto di autocontrollo costantemente immutevole, a essere disumano, per mio esito personale, e contemporaneamente è ciò che la società moderna richiede.

E quest’ultima, ci porta anche a sentirci stupidi, frivoli quando sentiamo il bisogno di contatto fisico, per esempio (per darvene un altro). Questa è la nostra natura, certi bisogni, oltre a essere primari, sono autentici, immancabili in ognuno di noi. E credo che il contatto fisico sia il conforto più tangibile che esista (chiaramente ne sto parlando in generale).

Per darci un tono ci leghiamo a cose che non ci soddisfano a pieno. Per renderci interessanti o come autoconvincimento, di bastarci.

Riempire la nostra vita con attività che ci appassionano, qualunque esse siano, è il modo migliore di impiegare il nostro tempo. Ma certe volte penso, che lo facciamo solo per non permetterci di avere il tempo per sentirci soli...

 

P.S. Commentate se volete che riprenda, in un post futuro, l’argomento finale!🌺


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